Vista l’ubicazione del rifugio San Giuliano, la componente energetica che permetteva al rifugio di funzionare era affidata completamente alle fonti non rinnovabili, trasportate a monte con l’elicottero, ma con la recente ristrutturazione iniziata nel 2012 e terminata nel 2015 si è pensato di ricavare corrente elettrica pulita dalle risorse presenti in questo luogo con sistemi innovativi , sfruttando così sole e acqua.
La richiesta di energia elettrica del rifugio durante le ore di massimo consumo, per vari motivi non poteva essere soddisfatta interamente da una sola fonte energetica, per questo si è pensato di unire più sistemi di produzione elettrica e immagazzinamento. La scelta è ricaduta su un micro impianto idroelettrico, dei moduli fotovoltaici e dei sistemi di accumulo e cogenerazione come batterie e dei bomboloni contenenti idrogeno, tutti che lavorano in sinergia per garantire al rifugio l’energia richiesta. Particolarmente importante è il ruolo svolto dall’idrogeno che genera corrente al momento del bisogno.
Centralina idroelettrica e fotovoltaico producono corrente elettrica che viene immagazzinata nelle batterie e utilizzata nel momento del bisogno. Nelle ore notturne invece, quando non ci sono eccessivi consumi, c’è un dispendio di energia elettrica che viene utilizzata per ottenere ed immagazzinare idrogeno.
Questo sistema si basa su due reazioni chimiche opposte: la scomposizione dell’acqua nei suoi elementi costituenti (idrogeno e ossigeno) e la sintesi dell’acqua a partire da questi ultimi. La prima reazione è endoenergetica e richiede così energia dall’esterno per avvenire, invece la seconda è esoenergetica, cioè produce energia.
Durante la notte, quando c’è un esubero di energia prodotta dalla turbina, viene utilizzata per dissociare una certa quantità di acqua distillata con sistemi di elettrolisi in idrogeno e ossigeno. L’idrogeno ottenuto viene cosi immagazzinato in appositi serbatoi e nel momento del bisogno (quando fotovoltaico e idroelettrico non riescono a fornire tutta l’energia richiesta dal rifugio) viene fatto reagire nuovamente con l’ossigeno atmosferico producendo cosi energia elettrica subito disponibile al rifugio.
La reazione di sintesi avviene all’interno di celle a combustibile (o fuel cell) che producono sia energia elettrica che energia termica , utilizzabile per scaldare l’acqua sanitaria.
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